Terza puntata: "Perché in Brasile ed in particolare ad Anapolis? (parte 1^)"

Il Covid 19 ha duramente colpito il Brasile sia in termini di vittime che di ripercussioni economiche ed ha ulteriormente reso ancora più difficili le gravi sfide che il settore WaSH deve affrontare. Il divario nell'accesso ai servizi WaSH in Brasile è altissimo. L’Unicef/WHO (2020) mostra che, in termini di approvvigionamento idrico, il Brasile conta circa 15 milioni di persone senza accesso all'acqua potabile gestita in modo sicuro nelle aree urbane. Nelle zone rurali 2,3 milioni di persone accedono a fonti di acqua non trattate sia per bere che per l'igiene personale e domestica.

In termini di servizi igienico-sanitari, oltre 100 milioni di persone vivono senza accesso a servizi igienici gestiti in modo sicuro. Di questi 21,6 milioni di persone hanno utilizzato strutture igienico-sanitarie non migliorate e 2,3 milioni praticano la defecazione all'aperto. I deficit maggiori si concentrano nel Nord e Nordest del Paese. La mancanza di accesso all’acqua sicura è particolarmente acuta nei segmenti a basso reddito, nei villaggi indigeni e nelle periferie urbane e negli insediamenti informali, o favelas, dove vivono circa 13 milioni di brasiliani (Unicef/WHO, 2020).

Uno studio realizzato dall'Istituto brasiliano per la ricerca economica applicata (IPEA) mostra che le aree povere dei grandi centri urbani sono più vulnerabili e suscettibili alla diffusione di malattie trasmissibili e contagiose. Tali aree mostrano anche un accesso inferiore ai servizi sanitari. E’ la realtà nella maggior parte delle favelas brasiliane, dove le famiglie vivono in condizioni di sovraffollamento e spesso non dispongono di un adeguato accesso all'acqua e ai servizi igienici (IPEA, 2020).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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